Tropea

Origine di Tropea

Nulla si sa di preciso sull’origine di Tropea. Gli storici Plinio, Svetonio, Dionigi D’Alicarnasso, Strabone ecc; che scrutarono nel suo passato, cercarono di trarre una più attendibile spiegazione sulla fondazione.
Le loro conclusioni si condensano nelle seguenti soluzioni.
Si crede che sia stato Ercole a fondarla per riposarsi dalle fatiche, sostenute nella lotta contro i giganti della Calabria.
La chiamò Portercole. Abbandonata dagli Ausoni e dagli Enotri, a cui verrebbe pure attribuita la paternità della fondazione,
fu distrutta da Annibale perché amica dei romani. 

Ma ben presto fu riedificata.
Scipione l’Africano, abbattuta Cartagine, al suo ritorno verso Roma, si fermò e la nominò, Postropea o Tropea, da Trophaeum, in onore al suo trionfo.
Ugualmente si può dire di Sesto Pompeo e Ottaviano Augusto. Tutti e due si sarebbero fermati, qui vi avrebbero innalzato i ” Trophaea “; il primo per festeggiare la vittoria sulla flotta di Ottaviano presso Capo Vaticano;
il secondo, in segno di giubilo e di gaudio, dopo aver sconfitto Sesto Pompeo presso le vicine Isole Eolie.
Da Trophaea a Tropea il passo è breve.
Dall’etimologia della parola Tropea si potrebbe stabilire ancora: Tropea potrebbe derivare da Tropis, carena di nave; da Trobia , tempesta; da Trepo, ritorno.
I primi tre casi farebbero riferimento rispettivamente alla forma dello scoglio, alle tempeste marine che flagellavano le coste della rupe, al ritorno dall’Africa o da altre rive del presunto fondatore della città. 

 

Cenni storici

I reperti archeologici testimoniano la presenza d’insediamenti umani sin dal Paleolitico Le antiche popolazioni ,gli Enotri , i Morgeti e gli Itali, furono colonizzate dai Greci tra l’VIII e il VII sec. a.C.. 

In seguito, saranno i romani ad occupare tutta la Calabria e più tardi, con la fine dell’Impero Romano, la regione sarà  vittima di continue invasioni da parte dei Bizantini e dei Longobardi. 

Tropea sotto la dominazione bizantina per lungo tempo, fu enormemente influenzata da questa civiltà. 

Esempio di questa  influenza fu il fatto che successivamente alla prima politica religiosa di Roberto il Guiscardo, e quindi all’arrivo in Calabria dei Normanni, il rito Bizantino rimase in uso contemporaneamente al rito latino per diversi secoli affinchè  quest’ultimo non prese poi definitivamente il sopravvento. 

Mentre si susseguivano   le dominazioni di diversi popoli (Angioini, Aragonesi, Spagnoli),Tropea manteneva il proprio demanio. Nel corso della storia, ci furono diversi tentativi di vendita per infeudare Tropea, tutti falliti grazie alla forte opposizione della popolazione e dei suoi rappresentanti. Il terremoto del 1783 e le conseguenti epidemie, portarono la città verso una forte crisi economica mentre, durante il periodo Napoleonico, Tropea acquistò grande importanza  dal punto di vista militare. 

 

Tropea è  nota anche  per aver dato i natali a Pasquale Galluppi grande pensatore calabrese. Altri personaggi illustri di questa città sono; Santa Domenica, il venerabile don Francesco Mottola (1901,1969), l’attore Raf Vallone (1916-2002) e il pittore Albino Lorenzo ( 1922-2005).

 

Centro storico di Tropea

Il centro storico di Tropea è formato in massima parte da palazzi antichi, grandi, alti. 

Il loro sviluppo in altezza, al contrario dei paesi vicini che ebbero inizialmente una struttura edilizia bassa, va giustificato dall’esigua area  edificabile del masso roccioso, e dalla natura della roccia più resistente alle scosse sismiche. Per le stesse ragioni le vie erano quasi tutte strettissime. I palazzi, che circondano il perimetro della rupe, nel periodo in cui furono innalzati, costituivano per la manodopera locale costruzioni ad alto rischio. 

Per l’edificazione, secondo la credenza popolare tropeana, il muratore addetto alla fabbrica veniva legato alla schiena con una fune e un manovale aveva il compito di sorreggerlo per evitare eventuali pericoli di infortuni. Nell’esecuzione dei lavori di tutte le costruzioni fu applicata la tecnica in uso in quei tempi. Man mano che dalle fondamenta i muri delle abitazioni venivano alzati, 

venivano in essi praticati dei fori, adatti a conficcare i pali su cui poggiavano le tavole per la formazione del ponteggio, necessario al proseguimento e innalzamento della fabbrica. 

I fori non venivano coperti esternamente e tutte le facciate delle case rimasero allo stato rustico e piene di buchi, che furono ben presto occupati da uccelli migratori. 

Oggi i palazzi conservano, in massima parte, l’aspetto vecchio e rustico e sui portali hanno lo stemma nobiliare o la maschera. 

 

Soltanto un’esigua parte di essi, dopo i lavori di rinzaffatura e coloratura, presenta le facciate ammodernate. 

 I belvederi

Le villette sono i belvederi più belli  della città. Furono create negli spazi lungo il perimetro della rupe durante l’opera di modifica all’abitato del centro storico e col riempimento del fossato naturale del masso roccioso. 

Sono quattro: 

la Villetta del Cannone, la Villetta di Liano, l’Affaccio-ora Villetta largo Galluppi – la Villetta del Vescovado.

 

La Villetta del Cannone. 

E’ il belvedere più spazioso e, proteso com’è verso il mare, dà l’impressione di una grande loggia. Dal belvedere  l’occhio si perde lontano, a ovest, nel mare infinito fino a superare l’arcipelago delle Eolie di cui 

lo Stromboli è l’isola più vicina a Tropea. Nel suo cratere, verso la fine di febbraio e di  agosto, quando all’orizzonte la visibilità è buona, sembra che il sole tramonti, dando la piacevole sensazione di 

una visione straordinaria.

Verso nord lo sguardo è attratto subito dal santuario di santa Maria dell’Isola e  dal mare, si stende nelle sottostanti marine dell’isola e del convento e si posa su” U Coralluni” ( Corallone), 

complesso di case a strapiombo sul mare.

 

La Villetta del Vescovado

Si trova sul lato opposto alla  Villetta del Cannone, a oriente dietro l’abside del duomo. Offre una vista circoscritta, da favola. Si è difronte al panorama più bello e l’occhio osserva con ammirazione le 

verdi colline dell’altopiano del poro. Si scorgono la Pizzuta, la spiaggia di Parghelia, il promontorio di Zambrone, il santuario di San Francesco di Paola, il Rione Carmine con la chiesa di Michelizia e la sua cupola, 

le colline di Sant’Angelo con la Santa Croce.

 

La Villetta di Liano. 

La sua posizione è la più bassa sulla rupe che ha un’altezza di 62 metri sul livello del mare. Volgarmente prese il nome dell’esercente, soprannominato “Liano” venditore di sale tabacchi e generi alimentari posta 

alla fine del corso in attività fino agli anni 50. 

Il belvedere è limitato dalla balconata a mare a strapiombo  con le due spiagge sottostanti dell’isola e di San Leonardo. Da qui si ammira l’acqua del mare nella sua più limpida trasparenza. 

E di un colore verde cangiante, chiaro, cristallino.

 

La Villetta di largo Galluppi. 

Si trova alla fine del largo omonimo, a nord- est, e precisamente all’inizio della cosiddetta scala dei “carabinieri”, tagliata in parte nella roccia con più di 200 gradini. 

La scala che immette nella marina del vescovado, è così nominata perché nel palazzo, a destra ex convento, ove ha inizio la discesa vi era la caserma dei carabinieri.

 

 

Chiesa del Gesù

Chiesa a croce greca di stile barocco. All’interno si ammirano :una grande tela rappresentante la natività del Grimaldi, pittore tropeano; un imponente lampadario; 

il maestoso altare maggiore con colonne tortili; l’altare di Sant’Alfonso dei Liguori ad intarsi policromi di marmo. La chiesa con l’annesso convento, costruiti a strapiombo sul Lido  S.Leonardo nel 1612, 

occupano una posizione assai suggestiva.

Michelizia

Sembra che l’abbia fatta costruire un mercante, un certo Michele Malizia. Si trovava costui di passaggio, di notte, nel mare, al largo della costa tropeana, quando fu colto da furiosa tempesta.

Sul ponte della nave innalzò un voto alla Madonna ,promettendo ,in caso di salvezza ,la costruzione di un tempio presso il luogo del mancato naufragio .Di notevole interesse artistico le due tele raffigurante Sant’Antonio (1600)e la Crocifissione(1720). 

In questa chiesa vengono programmati concerti musicali e convegni. 

La chiesa della  Michelizia si trova nel rione del Carmine (appena fuori Tropea).

La chiesa si raggiunge tramite un sentiero di campagna ed è circondata da aranceti.      

San Francesco da Paola

La chiesa sorge in Contrada Paola. 

La zona è panoramica e offre una splendida  vista dalla loggia dell’ex  convento dei Minimi, annesso alla chiesa. 

La chiesa è sede della Parrocchia dell’Immacolata e venne eretta nel 1543 per volere di un certo Giovanni  Addisi.  

Costui era un marinaio mercenario che, miracolato da S. Francesco, in segno di gratitudine e devozione, fece costruire il convento ove  morì. 

Oggi è adattato a villa residenziale estiva. La  chiesa è una  delle  più grandi di Tropea. Nel soffitto, al centro di una  cornice di piccole tele raffiguranti i miracoli di S. Francesco,  un dipinto, dai colori chiari e luminosi, rappresenta la gloria del Santo. 

Il tutto appartiene alla scuola tropeana del ‘700 del Grimaldi. L’inizio della via che conduce al santuario è segnato da una statua bianca di S. Francesco. 

Sta ad indicare il luogo del tempio, sito mostrato dal Santo, al suo ritorno da Zaccanopoli, per l’edificazione della sua chiesa.

Chiesa del Convento

La chiesa, a due navate, è unita al convento, occupato dai frati minori. Nella navata principale spicca l‘altare maggiore in legno scolpito e decorato in oro col quadro della Madonna della Sanità del XVI secolo, opera del d’Amato. 

Il convento fu sede provinciale della Calabria e della Lucania dei Frati Francescani Minori di San Francesco d’Assisi fino a pochi anni dopo la seconda guerra mondiale e centro degli studi teologici dell’ordine per molto tempo.

Capo Vaticano

Il comune di Ricadi, di cui fa parte il promontorio di Capo Vaticano, fu istituito con decreto del 4 maggio 1811. 

Fino al 1806 Ricadi e i suoi villaggi furono casali di Tropea. Questo territorio risulta abitato fin dai tempi dei Bretti, dei Greci e dei Romani; testimonianza di ciò sono i numerosi resti e ritrovamenti archeologici molti dei quali si trovano  esposti nei musei di Reggio Calabria e Vibo Valentia. Il promontorio un tempo era considerato un luogo  sacro, conosciuto in tutta la Magna Grecia  poiché qui sacerdoti ed indovini vi si recavano per scrutare il  futuro. 

Qui  era il mitico porto Ercole,  situato  nella vallata del torrente Ruffa. A monte delle foce esistono, infatti, resti interrati di grosse mura, forse fondamenta di magazzini per merci da trasportare via mare. 

Fenici, Cartaginesi e  Greci mercanteggiavano i loro prodotti con le popolazioni locali. Porto Ercole viene citato anche dagli storici Strabone e Plinio il Vecchio. 

Questo posto dalla natura così selvaggia  e incontaminata fu scelto dal grande scrittore Giuseppe Berto che qui visse per diverso tempo. Egli dopo aver acquistato un terreno, e bonificata la sterpaglia, edificò una villa destinata a diventare un rifugio per gran parte dell’anno, ove dinanzi allo splendore della visione della Sicilia “illuminata di notte da una lunghissima distesa di lampadine con segnali rossi e bianchi” potesse trovare riparo alle proprie ansie e angoscie. 

Oggi Capo Vaticano con le sue bianche e stupende spiagge di Formicoli, Baia di Riace, Santa Maria e Grotticelle, rappresenta insieme a Tropea e Pizzo Calabro una delle mete turistiche più importanti della nostra regione.

Cenni storici su Pizzo Calabro

Città di indiscutibile fascino che si affaccia sul mar Tirreno, dopo il capoluogo è il centro più popoloso della provincia di Vibo Valentia. Le sue origini sono remote, secondo la tradizione popolare è stata fondata da una comunità di focesi scampati alla distruzione di Troia. Il suo nome si riferisce, probabilmente, al fatto che sorge sull’orlo della costa, posizione dove venne riedificata successivamente alla sua fondazione, dopo aver subito distruzioni da parte di pirati. 

Oggi è uno dei centri turistici più rinomati della Calabria,  che offre al visitatore un percorso storico e culinario, attraverso la visita ai suoi monumenti, e alla degustazione dei suoi prodotti tipici, di tutto rispetto. 

Nella piazza principale detta  “salotto della Calabria” seduti comodamente nei caratteristici tavolini delle gelaterie artigianali, poste davanti al  maestoso castello Aragonese, si può degustare il famoso “Tartufo di Pizzo” gelato artigianale prodotto conosciuto ed esportato in tutto il mondo. Altro prodotto tipico è il tonno. Tra i monumenti da visitare segnaliamo il castello aragonese, 

fatto costruire nella metà del xv secolo da Ferdinando di Aragona, famoso perché qui venne rinchiuso, e successivamente fucilato nel 1815 Gioacchino Murat (Re di Napoli e cognato di Napoleone Bonaparte). 

Una menzione particolare merita la chiesa di Piedigrotta, unica nel suo genere. Scavata nell’arenaria, da alcuni naufraghi nel XVII secolo, e situata in riva al mare custodisce  sculture opera dell’artista locale  Angelo Barone e di suo figlio Alfonso. Queste sculture rappresentano vicende tratte dai vangeli. Altri edifici da ricordare sono; Il duomo di San Giorgio Martire costruito nel 1500, la chiesa del Purgatorio e di Santa Maria delle Grazie del XVII secolo, la piccola chiesa dell’Immacolata, la chiesa del Carmine del 1300, la cinquecentesca chiesa di San Francesco di Paola  e infine la chiesa di San Sebastiano del XVI secolo. 

Una  visita è inoltre consigliata al museo del mare, e al museo murattiano ospitato nel castello. 

Cipolla rossa di Tropea

Seppur diffusa in Europa  solamente nel Medioevo, l’uso della cipolla lungo quella che oggi è la costa degli Dei fu introdotto molto tempo prima dai Fenici e dai  Greci, che ne appresero l’uso a loro volta dagli Assiri e dai Babilonesi. Questo lembo di terra di Calabria, è quindi ritenuto, a ragione, l’area storica di produzione della rinomata cipolla rossa di Tropea. 

Questo prezioso tubero dalla forma rotonda o ovoidale, dal sapore dolce, delizioso, leggero e raffinato vanta dal 2008 la denominazione IGP. 

I suoli dove si coltiva sono di natura vulcanica. Le caratteristiche qualitative di questa varietà dipendono dal suo corredo genetico, e dalla sua interazione con l’ambiente. 

Per ambiente si intende peculiarità del terreno, vicinanza al mare durata del giorno, temperatura, umidità, e anche brezza marina che accarezza costantemente i nostri campi.  

La rossa di Tropea ha proprietà antibiotiche , antiossidanti e diuretiche. Previene malattie cardiovascolari, è indicata come rimedio delle malattie della pelle,  del raffreddore, e dell’ influenza. 

Produce azione benefica contro moltissime altre patologie.        

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